L’intera sala del Centrale è decorata da un’artista di eccezionale talento, il fiorentino Galileo Chini (1873-1956). Pittore, muralista, decoratore, scenografo, ceramista, protagonista indiscusso del gusto liberty e Déco, Chini è una delle figure più importanti e personali nel panorama pittorico europeo di quel tempo.
Numerose sono le opere in Italia che portano il suo nome, fra le altre troviamo la cupola del Padiglione Centrale e della Sala Mestrovic della Biennale di Venezia, dipinti nel 1909 e nel 1914, il Palazzo Comunale di Montecatini nel 1918, le Terme Belzieri e il Grand Hotel di Salsomaggiore nel 1922 e negli anni seguenti, ed il grande artista lavorò anche all’estero dal 1911 al 1914, quando fu incaricato dal re del Siam di affrescare il salone del trono di Bangkok, il cosiddetto Phra-Ti-Nam.
E portano proprio la firma di Chini le straordinarie decorazioni che si trovano sul soffitto del teatro: un tempo, terminato lo spettacolo, la caratteristica cupola del Centrale, di oltre 14 metri di diametro, si apriva tramite una botola sulle teste degli spettatori, mostrando il cielo stellato agli astanti. Immaginatevi questo magico, quasi mistico “strappo nel cielo di carta” – riporta alla mente il buon Pirandello – accompagnato dalla raffigurazione di una Sanremo Trionfante circondata da Centauri e Ninfe che si inseguono in volo in un tripudio di luci, immagini solari e scene marine, e fra di esse e l’apertura circolare dispiegarsi ad anello il solenne motto: “Canto di Luce l’inesprimibil sogno in Verità tramuta”. Maurizia Migliorini, docente al DIRAS – Dipartimento di Italianistica, Romanistica, Arti e Spettacolo – dell’Università di Genova, riconosce in questa forma di “atto cerimoniale” di apertura della botola e in quell’aulica sentenza la “verità del cielo che si apre dopo la finzione (il sogno) cinematografico”.
La piccola sala del Tabarin viene inaugurata nel 1929 sotto il nome di Tabarin Florida, un locale notturno di modeste dimensioni adiacente alla grande sala del Centrale. Il prezioso palcoscenico, racchiuso dalle flessuose figure di due giovani cariatidi nude, unito alle pareti ed al soffitto riccamente decorati con al centro un Trionfo di Cupido, contribuiscono a creare una saletta davvero elegante e raffinata nelle sue modeste dimensioni, impreziosita sulla parete opposta al palcoscenico da un dipinto raffigurante La Primavera. Il tutto è opera dell’artista Paolo Rusconi.
Nel 1987, nell’ottica di un attento e preciso restauro di tutto il complesso del cinema-teatro Centrale, la saletta del Tabarin viene riportata all’antica dignità dopo esser stata, nei decenni precedenti, declassata a sala biliardi e persino a magazzino, e viene trasformata in una piccola sala cinematografica della capienza di 96 posti dove tutt’oggi vengono proposti al pubblico, fra gli altri, film d’essai e prodotti cinematografici di nicchia rispetto ai colossi dai grandi budget.
In occasione del restauro dell’87 anche la sala del Centrale viene sottoposta a ristrutturazione e riportata alle dimensioni originarie dopo l’ampliamento che ne era stato effettuato nel dopoguerra, e dallo spazio ricavato si realizza un moderno video-club, aperto ancora oggi, che offre una vastissima gamma di film da prendere a noleggio o acquistare in DVD. Gli spazi e le strutture di tutto il complesso vengono inoltre equipaggiate con le più recenti disposizioni di sicurezza e le più avanzate strumentazioni tecniche per stare al passo coi tempi.
Informazioni:
Cinema Centrale
- Indirizzo: Via Matteotti 107, Sanremo (IM)
- Telefono: +39 0184 597822